IL VOTO: UN DIRITTO-DOVERE

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ELECTION DAY: Domenica 4 Marzo 2018 

 

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Domenica 4 Marzo gli italiani saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo Parlamento e nelle regioni Lazio e Lombardia anche i consigli regionali.

Nonostante la grande possibilità che offre questo momento, i cittadini sembrano essere sfiduciati dalla schiera di candidati presentati dai vari partiti e dalle differenti coalizioni.
In questo clima di dissenso generale, è forse necessario fare chiarezza sull’importanza che ha il voto, in particolare in un’epoca in cui gli orientamenti politici sembrano non collocarsi più nei propri ideali e nei valori tradizionali.

Per fare questo è importante partire dalle origini. Cosa significa Democrazia? Il termine ha origine antichissime, e sta ad indicare una forma di governo in cui il potere risiede nel popolo, il quale esercita la sua sovranità attraverso istituti politici, rappresentanze elettive, e che garantisce ad ogni cittadino la sua partecipazione, su base di uguaglianza, all’esercizio del potere pubblico (rif. “Enciclopedia Treccani”).

Le elezioni rappresentano un mezzo attraverso il quale il popolo è chiamato ad esprimere la propria preferenza in modo libero, segreto ed incondizionato, senza alcun vincolo o costrizione, decidendo coloro i quali avranno l’incarico di rappresentare il proprio Paese per i successivi cinque di anni.
Va dunque ricordato che il voto è considerato un diritto del cittadino, ottenuto, anche a caro prezzo, da chi ci ha preceduto negli anni.
La storica data del 2 Giugno 1946 è entrata nella memoria comune non solo per essere stato il giorno in cui gli italiani hanno scelto la Repubblica, ma anche perché, per la prima volta nella storia d’Italia, si è pienamente realizzato il suffragio universale (il diritto di voto era stato garantito a tutti gli uomini e a tutte le donne). Per poter esprimere la propria idea, per poter partecipare attivamente alla vita della Nazione, sono morti decine di migliaia di uomini e donne di ogni età e di ogni credo, stroncati da un regime che per lungo tempo aveva soppresso qualsiasi libertà di espessione. Nel ’46 per la prima volta, indipendentemente dalla posizione sociale ricoperta, dal censo o dal sesso, ciascuno ha avuto la possibilità di determianare il proprio destino.

Oltre ad essere un diritto, il voto è anche un dovere civico che il cittadino è chiamato a compiere. Ed è soprattutto in una situazione critica come questa che attualmente sta vivendo il popolo italiano, che quest’ultimo non può e non deve permettersi di rifiutare il proprio “diritto-dovere”, rischiando così di indurre ad una “forma patologica di cittadinanza passiva” (tra l’altro già sperimentata negli anni precedenti). Queste scelte, infatti, non fanno altro che spingere il Paese nell’oblio di valori ed ideali, a causa dello scarso interesse dimostrato dalla società civile nei confronti del benesse dello Stato.

Il voto è dunque l’unico strumento che il popolo possiede per far sentire la propria voce, nonostante le ultime leggi elettorali abbiano minato la possibilità di poter eleggere liberamente il proprio leader preferito, a favore di un modello nel quale è il partito a scegliere arbitrariamente il proprio rappresentante, ed è a quello che si deve conformare.

Alla luce dei fatti, nonostante la situazione non aiuti di certo gli elettori più scettici, è necessario tenere a mente che esiste una radicale differenza tra “l’andare al voto” e il “non andare al voto”. Scegliere la seconda opzione equivale a scegiere “l’inesistenza”. È una dimostrazione di ciò che il Sommo Poeta (Dante) condannava nel Limbo: l’ignavia. Si dimostra di non essere interessati ad avere consistenza nella comunità con cui quotidianamente ci rapportiamo.
Al contrario, scegliere di andare al voto, pur decidendo di annullare la scheda, rappresenta comunque la propria libertà di pensiero; nel secondo caso è una chiara manifestazione di dissenso nei confronti dei soggetti o dei progetti politici presenti nel panorama di riferimento.

L’importanza del voto risiede proprio in questo: rappresenta un grido verso la libertà, e non è possibile pensare di tradirlo.

Elisa Belella.

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